mercoledì 8 maggio 2013


Conosco una donna 
che compera continuamente puzzle 
cinesi 
puzzle 
cubi 
cavi 
pezzi che alla fine s'incastrano 
in un ordine 
li completa 
matematicamente 
risolve tutti i suoi 
puzzle 
vive giù in riva al mare 
mette lo zucchero fuori per le formiche 
e crede 
alla fin fine 
in un mondo migliore. 
Ha i capelli bianchi 
li pettina di rado 
ha i denti storti 
e indossa ampie tute informi 
su un corpo che molte 
donne vorrebbero avere. 
Per anni mi ha irritato 
con quelle che giudicavo 
eccentricità - come i gusci d'uovo a mollo 
(per nutrire le piante 
col calcio). 
Ma infine quando penso alla sua 
vita 
e la paragono alle altre vite 
più eccitanti, più belle 
e originali 
mi accorgo che lei ha ferito meno 
gente di tutti quelli che conosco 
(e per ferire intendo semplicemente ferire). 
Ha passato periodi tremendi, 
periodi in cui avrei forse potuto 
aiutarla di più 
perché è la madre della mia unica figlia 
e siamo stati un tempo grandi amanti, 
ma ne è uscita, 
come ho detto 
ha ferito meno gente di 
tutti quelli che conosco, 
e se guardi le cose così, 
beh, 
ha creato un mondo migliore. 
Ha vinto.

C.Bukowski




sabato 27 aprile 2013


A M.

Quella notte che tu non venisti
io non mi addormentai ma andai
più volte sulla porta
e pioveva, e di nuovo rientrai.

Non lo sapevo allora: ora invece lo so:
quella notte era già come quelle altre notti
che non venisti più e io non dormivo
e già quasi non aspettavo più
ma andavo spesso sulla porta
perché lì pioveva ed era freddo.

Ma dopo quella notte ed anche in anni successivi ancora
udivo, quando la pioggia gocciolava, i tuoi passi
sulla porta e nel vento la tua voce
e il tuo pianto all’angolo freddo,
perché
non potevi entrare.

Così mi alzavo spesso nella notte e
andavo sulla porta e l’aprivo e
facevo entrare chi non aveva patria.
E vennero mendicanti e puttane,
marmaglia
e gente d’ogni sorta.

Ora molti anni sono trascorsi e
anche se
ancora gocciola pioggia e c’è vento
se tu venissi ora nella notte, lo so
io non riconoscerei più te, non la tua voce
e non il tuo viso, perché è mutato.

Ma odo ancor sempre passi nel
vento
e pianto nella pioggia e che
qualcuno
vuole entrare.
(Sebbene tu allora non sia venuta,
amore, ed ero io che aspettavo!)
E io voglio andar fuori sulla porta
e aprire e vedere se qualcuno è venuto.
Ma non mi alzo e non vado fuori
e non vedo
e neppure viene qualcuno.

B.Brecht


lunedì 8 aprile 2013


Ella si rifiuta sempre di capire, d'intendere,
Ride per nascondere il terrore di se stessa.
Ha sempre camminato sotto le arcate delle notti
E dovunque è passata
Ha lasciato
L'impronta delle cose spezzate.

Paul Éluard



E – vi preghiamo – quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla sia detto: "è naturale" in questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità, così che nulla valga come cosa immutabile.

B.Brecht


domenica 7 aprile 2013


Addio a una vista

Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.

Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.

Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.

Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta - come se tu vivessi ancora -
bella come era.

Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.

Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
su un tronco rovesciato di betulla.

Rispetto il loro diritto
a sussurrare, a ridere
e a tacere felici.

Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui la stringa
con il suo braccio vivo.

Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.

Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.

Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro,
ora nere.

Una cosa soltanto non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza -
ci rinuncio.

Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.

Wisława Szymborska


giovedì 28 febbraio 2013


Lode della dialettica

L'ingiustizia oggi cammina con passo sicuro.
Gli oppressori si fondano su diecimila anni.
La violenza garantisce: Com'è, così resterà.
Nessuna voce risuona tranne la voce di chi comanda
e sui mercati lo sfruttamento dice alto: solo ora io comincio.
Ma fra gli oppressi molti dicono ora:
quel che vogliamo, non verrà mai.

Chi ancora è vivo non dica: mai!
Quel che è sicuro non è sicuro.
Com'è, così non resterà.
Quando chi comanda avrà parlato,
parleranno i comandati.
Chi osa dire: mai?
A chi si deve, se dura l'oppressione? A noi.
A chi si deve, se sarà spezzata? Sempre a noi.

Chi viene abbattuto, si alzi!
Chi è perduto, combatta!
Chi ha conosciuto la sua condizione, come lo si potrà fermare?
Perché i vinti di oggi sono i vincitori di domani
e il mai diventa: oggi!

Bertolt Brecht


mercoledì 20 febbraio 2013


Sera

Sera piovosa in grigio stanco.
Tutto è così.
Gli alberi secchi
la mia stanza solitaria.
E i ritratti vecchie il libro intonso…

Trasuda la tristezza dai mobili
e dall'anima.
Forse la Natura ha per me
il cuore di cristallo.
E mi duole la carne del cuore
e la carne dell'anima.

E parlando le mie parole restano nell'aria
come sugheri sull'acqua.
Solo per i tuoi occhi
soffro questo male;
tristezze del passato
tristezze che verranno.

Sera piovosa in grigio stanco.
E va la vita.

Federico Garcia Lorca